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Miroslav Tichý: Il Genio Invisibile della Fotografia “Fatta in Casa”
Miroslav Tichý, il suo nome risuona nel mondo dell’arte come quello di uno dei fotografi più originali e misteriosi del XX secolo.
La sua storia è tanto affascinante quanto la sua arte, a partire dalla sua singolare “arma” creativa: una macchina fotografica artigianale. Un vero e proprio capolavoro di ingegneria povera, assemblata con tubi di cartone, lattine arrugginite, spago sfilacciato, frammenti di plastica opaca e lenti di vetro molato a mano. A prima vista, sembrava un giocattolo rotto, destinato alla spazzatura. Eppure, quella macchina rudimentale era il cuore pulsante della visione artistica di Tichý.
Con questo strumento improbabile, tra gli anni ’60 e il 1985, Tichý ha catturato migliaia di istanti di vita quotidiana. Il suo obiettivo prediletto erano le donne, colte nella loro naturalezza mentre passeggiavano nei parchi, si muovevano per le strade o frequentavano i luoghi pubblici della sua piccola città.
Le sue fotografie non rispettavano i canoni estetici tradizionali. Erano spesso sfocate, intrise di grana, segnate dal tempo e da un processo di sviluppo approssimativo. Ma è proprio in questa imperfezione che risiede la loro straordinaria forza espressiva. Le immagini di Tichý vibrano di una vita autentica, catturano la bellezza fugace dell’ordinario, l’attimo fragile che la maggior parte di noi lascia scorrere senza notarlo.
Per decenni, Miroslav Tichý ha vissuto nell’ombra, un’esistenza ai margini, spesso ignorato e persino deriso dalla comunità locale. Nel frattempo, la sua casa si trasformava in un caotico deposito di negativi e stampe, un tesoro nascosto che attendeva solo di essere scoperto.

Eppure, nonostante il tardivo riconoscimento, Tichý sembrava rimanere fedele alla sua filosofia di vita, riassunta in una delle sue frasi più celebri: “Se vuoi essere famoso, devi essere peggio degli altri. Io invece voglio essere invisibile.”
Miroslav Tichý è stato un artista radicale, un poeta dell’immagine che ha saputo trasformare la povertà dei mezzi in una ricchezza espressiva unica. Un vero outsider, la cui singolarità lo rende, forse, irripetibile. La sua opera ci ricorda che la bellezza può celarsi ovunque, anche in un angolo dimenticato del mondo, catturata dall’obiettivo imperfetto di una macchina fotografica fatta in casa e dallo sguardo assorto di un genio solitario.